Mi ritrovo spesso a parlare di questo strumento, perché lo ritengo fondamentale per il mondo del lavoro, ecco perché ho realizzato un sistema mio per realizzare il personal branding in (solamente) tre mosse.
(Qui puoi conoscere meglio il personal branding e conoscere meglio me).
Credo che oggi siamo seppelliti da troppe informazioni e spesso non complete o false.
Infatti…
C’è chi ti ha detto che puoi vivere con le tue passioni….ma non è così…
Ci sono quelli che sventolano i soldi e ti illudono che guadagnerai “facilmente” migliaia di euro al mese…
Ma anche chi ti vuol far credere che il futuro è fatto solo di nuovi mestieri (come l’influencer)…ma nemmeno questo è così…
Quindi ti sei ritrovato in una situazione che non rispecchia la TUA realtà o i TUOI desideri.
E come fai ora?
Vorresti toglierti da questa situazione e non sai come fare?
Allora penso sia arrivato il momento di leggere attentamente qui sotto e iniziare a decidere cosa vuoi fare veramente.
Chi sta iniziando una strategia di Personal Branding, non può evitare i social e questo è il più professionale che c’è, quindi Linkedin e il personal branding sono un binomio.
Eppure ancora oggi è poco diffuso e si preferisce fare personal branding all’interno di altri social, più basati sull’immagine o i video.
Oggi questo social ha una nicchia importante in questo mondo, porta della professionalità, concretezza e un valore aggiunto per chi desidera utilizzarlo. Potrebbe benissimo sostituire un curriculum (ed in effetti lo fa in molti casi), moltissimi nelle HR, lo utilizzano come prima fonte di assunzione; moltissimi lo utilizzano per trovare partnership ideali per le loro attività.
L’utilizzo del personal branding lo rende maggiormente accattivante, portandolo ad un livello superiore e scremando notevolmente le persone al suo interno.
Ma come fare personal branding con Linkedin?
Probabilmente hai già letto molti articoli, qualcuno sicuramente si è già cimentato, ma ritengo comunque interessante dare un punto di vista alternativo e basato su aspetti, magari meno evidenti.
Tre passaggi fondamentali:
IMPARA AD UTILIZZARLO BENE PER IL TUO SCOPO Facile? Assolutamente no! Abbiamo delle idee di social che si avvicinano molto di più al “cazzeggio” piuttosto che al lavoro concreto ed efficace. Di conseguenza, utilizzare bene Linkedin diventa un bello sforzo, potrebbe risultare molto meno facile che altri social e sicuramente mette più in difficoltà, se non hai proprio nulla da dire (lavorativamente parlando).
Come potremmo iniziare?
La politica dei piccoli passi rimane sempre la più efficace, quella di prenderci le misure, di iniziare a ragionare con un social che non ha molto in comune con gli altri. Esatto! Non ha molto in comune anche se sembra di si. Quindi studialo, informati e cerca di impostare subito una strategia di crescita e sviluppo di contenuti e valore.
IDENTIFICA BENE IL TUO TARGET Altro elemento che con gli altri social non si è abituati a fare. Qui bisogna proprio impostare una “piccola” stratega di marketing, per evitare di contagiare il tuo profilo con molte figure professionali che non c’entra nulla con te e il tuo business Identificare il target non è facile, ma se parti a tuo lavoro, obiettivi e quello che intendi fare, allora avrai sicuramente vantaggi.
EVIDENZIA E COMUNICA LA TUA MIGLIORE QUALITA’ E qui entra in gioco il personal branding, quello vero, quello che fa fare la differenza (e mi permetto di suggerirti il mio metodo) per crearti un valore aggiunto da poter posizionare all’interno di Linkedin
Quello che può essere la consapevolezza di se stessi, per poi partire da questa e iniziare una strategia che riporta ai punti sopra. Credimi, non è una cosa che fai in quattro e quattr’otto, ma oggi è difficile tutto e il mercato, richiede un’adattabilità che è tanto veloce quanto dura da impostare. Il tempo sarà l’arbitro di questa partita…come del resto anche di molte altre.
In conclusione cosa potremmo fare?
Continuare a creare quella consapevolezza di noi stessi che ci permetterà di avere le migliori basi e sulle quali costruire qualcosa di concreto ed efficace.
Un lavoro che, come dicevo sopra, va progettato con un tempo ed una strategia. Ma si può fare.
E meglio l’astuzia o la schiettezza? Quale preferisci delle due? O le abbini entrambe, nel tuo lavoro?
Sappi che oggi, è diventata una moda, sia l’una che l’altra.
Intelligenza: quando ti accorgi che il ragionamento del tuo principale non fila. Saggezza: quando eviti di farglielo notare.
( Anonimo )
Qui sono stati riportati altri due vocaboli. Abbinale l’intelligenza all’astuzia, così come la saggezza come contrario di schiettezza (quindi essere poco intelligente)
Personalmente, nel secondo caso, non la vedo così, ma credo comunque che sia pericoloso essere troppo schietti.
Dovunque l’uomo voglia vendersi trova degli acquirenti (Henri Lacordaire)
Ma è ancora così? Siamo proprio sicuri che funziona ancora nello stesso modo?
Vendersi o proporsi, sono la stessa cosa o hanno caratteristiche diverse?
Si! Funziona ancora così e funzionerà sempre in questo modo, solo che cambiano le regole del gioco.
Se vuoi proporti, basta semplicemente farlo. Ma venderti, per farti acquistare, è un pò diverso
L’anima del commercio – pubblicità! Questa affermazione è molto esplicita, si capisce molto bene che la pubblicità ha un valore economico, sia nella spesa che nell’eventuale guadagno.
“Chi smette di fare pubblicita’ per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare tempo” (Henry Ford)
Ma quanto vale realmente la pubblicità? L’anima del commercio, cosa porta nel mio mondo lavorativo?
Mi è capitato di fare pubblicità (wiki) per le mie attività, ma anche di farla fare per le aziende con le quali ho prestato consulenza. Ma ultimamente, mi sto confrontando con una realtà abbastanza particolare. In qualità di direttore generale del quotidiano La Serenissima, sto particolarmente attento alla parte commerciale e alla ricerca di inserzionisti per il giornale.
Capisco il momento, il covid non aiuta di certo, capisco anche le difficoltà economiche, ma ci sono proprio delle realtà che, nonostante vadano bene (e ti garantisco che ce ne sono parecchie), non investono nel loro brand, nella comunicazione, proprio per far vedere che ci sono e cosa fanno e quanto sono importanti ora.
ASSURDO!
La pubblicità è uno strumento molto importante, se utilizzato con una strategia ben pianificata (appunto l’anima del commercio).
Fare pubblicità senza una strategia, è come scrivere “ti amo” sui muri. Bella frase, ma non si sa per chi, non so se la guarda e non saprò mai se mi risponderà la persona a cui è rivolta…per non parlare del fatto che magari non glielo comunico bene e peggioro la cosa.
Anche quando l’ho fatta fare, oppure l’ho fatta io e adesso che la propongo, cerco proprio di far capire l’importanza della strategia. Va sempre pianificata nei dettagli, con obiettivi precisi e con strumenti che ci permettono di avere riscontri oggettivi.
A certi livelli, questo è molto difficile, infatti, se consideriamo che molte aziende cosiddette “big”, fanno dei flop pubblicitari, considera come è più facile farlo con le PMI. Anche per la paura
Budget diversi (notevolmente), professionisti diversi.
Allora mi sono reso conto che era fondamentale capirci qualcosa e sapere bene di cosa si stava parlando nel “l’anima del commercio”
Non sto dicendo di essere un professionista del settore, ma devi capire come funzionano certi meccanismi e relazionarti al meglio con eventuali interlocutori, per ottenere i risultati che desideri.
Partendo da un concetto: capire bene qual è il tuo obiettivo facendo pubblicità.
Quindi leggere qualche libro, confrontarti con qualche esperto, richiedere più preventivi per capire cosa e come propongono e da lì, iniziare a crearsi delle idee base.
Sapendo poi come muoversi, puoi avere idee più chiare e iniziare a decidere con gli esperti di settore, come costruire la tua strategia. Questo potrebbe evitare errori importanti che causerebbero: costi inutili e perdite di tempo.
Ho subito riscontrato vantaggi comunicativi e di comprensione.
Quest’ultimo passaggio, mi ha dato la possibilità di relazionarmi meglio con gli altri professionisti, dando le indicazioni giuste e capendo cosa e come volevano muoversi loro….per me. Perché l’obiettivo è sempre il mio, ricordatelo.
Inoltre, quando mi spiegavano passaggi, strategie varie e opzioni da scegliere, mi rendevo conto come poteva essere il risultato. Era più intuitivo e bastavano poche domande (giuste) per capire meglio l’obiettivo che avevano loro e che risultati volevano ottenere. Così da poter aggiustare la strategia stessa per il MIO obiettivo.
Non credere che sia una cosa da sottovalutare, ti invito ad informarti, è proprio un consiglio spassionato perché davvero rischi di perdere tanti soldi e tempo. Perché è vero, è l’anima del commercio, la pubblicità è proprio un elemento determinante e fondamentale per te e la tua attività.
Se vuoi qualche consiglio non esitare a chiedermi, sarò ben lieto di darti una mano.
Oggi la figura dell’atleta professionista, non si limita solo al campo sportivo, ed infatti ci sono molti altri aspetti che vengono coinvolti e li possiamo vedere con il personal branding nello sport Che sia un calciatore, giocatore di squadre o atleta singolo, non può permettersi di guardare solo l’aspetto agonistico/atletico, ma a 360°
Cosa significa oggi fare personal branding nello sport ?
Ultimamente, mi capita di leggere qualche piccolo articolo o qualche post, riferito ad attività alternative degli sportivi. Non solo le gesta atletiche, ma anche aspetti fuori dai campi di gioco.
Non mi riferisco al gossip ovviamente (anche se viene coinvolto indirettamente), ma alle loro attività da “non-atleta”
Abbiamo visto molti esempi di atleti che, una volta appesi gli attrezzi sportivi al chiodo, si sono dedicati ad altro. Chi con successo e chi con grandi insuccessi.
Ed il bello di tutto, non dipende da quanto “campione” eri in campo, bensì da altre strategia.
Proprio così, si è inserito un fattore determinante
Il personal branding nello sport è diventato importantissimo, perché oltre all’identità professionale dello sportivo, diventa necessaria un’organizzazione efficace su altri fronti, basandosi su strategie ben precise.
Lavorare a 360°, attività imprenditoriali, social media marketing, mental coaching. E non finisce qui…perché…
Insomma, oltre che a far brillare il talento sul campo da gioco, c’è proprio la necessità di riorganizzare la propria attività, fuori da questo.
Come funziona il percorso?
Il percorso è una cosa gestita direttamente con professionisti, che solitamente non si limitano ad uno solo. Ovvio che più l’atleta è “famoso” e maggiori sono i professionisti che lo seguono.
Non si improvvisa nulla, non ci si può permettere di lasciare certe funzioni a persone che non lo fanno di professione. Uno sportivo, non fa preparazione atletica con il “cugino dell’amico”, ma lo fa con professionisti qualificati.
Stessa cosa vale per altre cose: – Mental coaching, fatto da coach professionisti (Claudio è sicuramente uno dei migliori che conosco), quasi esclusivamente specializzati nello sport (perché il coach professionista ha anche specializzazioni) – Social media marketing, seguito anche in questo caso dai manager che lo fanno di professione, non dall’amico dell’amico che a tempo perso si diletta… – Professionisti che seguono gli aspetti economici, quelli legali e spesso anche di investimenti. – Ed infine chi organizza e fa da anello di congiunzione, come l’organizing coach, figura altamente qualificata, che organizza e gestisce tutte le attività, coordinandole cn tutti i soggetti interessati.
Quanto incide un percorso di personal branding nello sport?
Parecchio, se si considera che in molti sport, gli atleti, non fanno proprio nessun tipo di percorso. Lasciando a parte il calcio e qualche sporadico atleta negli altri sport, la percentuale è tristemente bassa…bassissima.
Eppure, è fondamentale per 4 aspetti determinanti, per il futuro di un atleta.
PRIMO ASPETTO – Costruendo un marchio forte, anche se non vincente continuativamente, si attraggono comunque sponsor, partnership e comunicazione efficace per promuoversi.
SECONDO ASPETTO – La gestione del proprio patrimonio, che sia fisico (del proprio corpo) sia economico, è fondamentale per il futuro. Non solo nel momento in cui stai facendo lo sportivo, ma pensando al dopo.
TERZO ASPETTO – Crearsi il futuro, proprio riallacciandosi al secondo punto. Quado hai finito tutto, cosa farai? Obiettivi da iniziare a pensarci già da subito. Più hai le idee chiare e meglio programmerai la strada per arrivarci
QUARTO ASPETTO – In realtà non è l’ultimo, perché è quello che ti fa ragionare sugli altri. Cosa ti manca? Su cosa devi lavorare meglio? Cosa dovresti iniziare a fare?
La conclusione di un personal branding nello sport
In questo breve articolo ho voluto solo evidenziare alcuni aspetti di un fattore sempre più determinante.
Il personal branding, non solo è importante, non solo è determinante nel mondo del lavoro, ma rimane un’arma vincente per emergere, aumentare delle possibilità, tutelarsi e migliorare la propria vita professionale (e non solo).
Un atleta ben organizzato, che usa il suo brand per attirare “partnership” di ogni tipo, per essere in vista e poi programmarsi un futuro ben definito, sarà il futuro.
Non solo perché è utile, ma anche perché non lo fa quasi nessuno…bene
Hai appena finito le scuole, e ora ti devi lanciare nel mercato del lavoro. Il passaggio da studente a lavoratore, è come essere uno startupper e non è così semplice!
Spesso si hanno dei riferimenti sbagliati, altre volte la scuola ci da mezze informazioni, non si applicano strategie che possano portare a risultati certi.
Allora, come fai a fare questo passaggio?
Ma perché poi startupper? Non lanci mica un’impresa…forse…
In realtà lanci un brand sul mercato, quindi sei per forza un “iniziatore”, un qualcuno che avvia qualcosa…Troppo generico vero?
Allora adesso immagina…
Prova ad immaginarti appena uscito dalle scuole e che sei in cerca di lavoro. Ti hanno detto che la fuori è dura, molti ti hanno dato consigli, qualcuno si è attivato a parole e forse nessuno coi fatti. E tu? Tu cerchi innanzitutto dove sbattere la testa, perché vorresti già la tua indipendenza, ma purtroppo ora non ti fila nessuno.
Cosa ti serve esattamente per lanciarti nel mercato del lavoro?
Non è certo semplice, non riesci a capire tutti i passaggi, hai solo un sogno e una bellissima idea, ma poi?
Dopo iniziano i veri problemi, perché la tua strategia è campata in aria e non sai come fare per concretizzarla.
Va bene i sogni, va bene la bella idea, ma ora…serve qualcosa.
Comunque hai ben TRE certezze!
Hai te stesso e hai voglia di fare. Il come lo vediamo, ma intanto cerchiamo di avere consapevolezza di noi stessi.
Ed infatti hai fatto una scuola, hai acquisito capacità e sicuramene hai delle risorse da sfruttare
Quasi sicuramente hai dei contatti e potrai sfruttarli
Allora permettimi di fare un passaggio importante per te.
Qui di seguito i 7 consigli per impostare una strategia vincente e passare da studente a startupper
IL PRIMO CONSIGLIO
Fai un check-up della tua situazione con un sistema di coaching semplicissimo:
Situazione attuale
Le cause per cui sei in questa situazione (non è assegnare colpe ma capire)
Obiettivo principale e scorporarlo in più micro-obiettivi
Studiati le risorse necessarie che serviranno per raggiungere l’obiettivo
Gli effetti che avrà su di te
IL SECONDO CONSIGLIO
Va bene il sogno, va bene il progetto, non metto becco su tutto questo, però…
Devi avere un piano dettagliato, devi avere le idee chiare e la migliore soluzione è quella di confrontarti.
TERZO CONSIGLIO
Riorganizzati e cerca di dare delle priorità, prima di incominciare questo percorso. Devi capire cosa è importante, da fare subito e cosa invece può aspettare.
QUARTO CONSIGLIO
Pianifica la strategia, guardando come e chi fa osa. Non necessariamente potresti essere da solo, ma fai attenzione a chi ti accompagna lungo la strada.
Fermati un attimo!
A questo punto hai già tanto lavoro da fare. Pensaci bene, cerca di fare mente locale su tutto quello detto sopra e capirai quanto sia importante fare questo check-up per poi partire a testa bassa
Non è semplice e non è nemmeno una cosa che puoi fare con leggerezza. Prenditi il tempo che ti serve e poi lavoraci sopra, per bene Ricordati che qui stiamo anche parlando di costruire il tuo personal branding
Veniamo agli ultimi tre punti
Ultima fase che potrebbe essere determinante e che sarebbe meglio fare bene attenzione
QUINTO CONSIGLIO
Inizia a comunicare, creati un seguito di interesse collettivo. Raccontati, crea la tua storia e narrala in giro. Questo sarà un elemento emozionante per qualcuno e sicuramente coinvolgerai persone. Quali? Beh, dipende da te e da ciò che racconti
SESTO CONSIGLIO
Non perdere tempo in cose inutili e concentrati su poche cose ma fondamentali.
SETTIMO CONSIGLIO
Ed eccoci all’ultimo, quello che forse è il più antipatico, ma che spesso rivela cose che non avresti voluto. Rivedi tutto il processo, partendo dal primo consiglio. Ricontrolla, modifica, perfeziona, correggi. Si, perché sicuramente avrai fatto errori, imperfezioni e forse saltato qualcosa. Sarà in questa occasione che potrai mettere le correzioni dovute e migliorare ulteriormente.
E con questo chiudo
Finita la scuola, ci troviamo tutti in un mare…particolare. Ma non siamo tutti sulla tessa barca, abbiamo anche barche diverse con caratteristiche molto diverse. Chi potente, chi più sbarazzina, quelli che hanno una zattera e quelli che magari partono già con lo yacht. Ma tutti, passiamo da studente a startupper
NON IMPORTA!
Tutti abbiamo i nostri obiettivi e possiamo modificare e migliorare i mezzi per raggiungerli. Intanto partiamo e spero che questi consigli e questo post, ti abbia almeno acceso qualche idea per il tuo futuro. Roseo sicuramente!
Check your brand – Lead your brand
p.s. Se ti è piaciuto condividilo, se vuoi approfondire, seguimi sui social e se interagisci, sarà sempre un piacere per entrambi…cresceremo comunque
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