Passaggio generazionale: gli errori più frequenti
Sei in fase di passaggio generazionale? Ecco gli errori più frequenti
Hai mai messo un giocattolo nelle mani di un bambino?
Se non lo sa usare e non glielo spieghi, cosa succede?
Ora paragona la tua azienda che passa da genitore (che l’hai realizzata con tanto sudore e fatica, l’hai salvata da crisi, l’hai resa più forte e magari ingrandita) nelle mani di tuo figlio (che non ha imparato a “giocarci”).
Cosa succede nel passaggio generazionale?
Succede che il giocattolo si rompe! E le cose sono due:
- O si rompe subito e in maniera irrimediabile
- Oppure un pezzo alla volta, ma in questo caso è ancora salvabile.
Tuo figlio a cinque anni è il tuo padrone, a dieci il tuo schiavo, a quindici il tuo doppio, e dopo, il tuo amico o il tuo nemico, a seconda di come l’hai cresciuto.
(Anonimo)
Questo viene chiamato comunemente: passaggio generazionale.
E’, probabilmente, una delle fasi più difficili in un’azienda. Soprattutto in determinate situazioni.
Difficile da fare?
Purtroppo è una situazione che richiede particolare attenzione. Nella mia attività lavorativa ho visto diverse fasi aziendali, ma non finirò mai di stupirmi davanti a situazioni come:
- Figli che non sono assolutamente preparati
- Quelli che non hanno assolutamente voglia
- Generazione che “crede” di sapere, si cimenta nel fare, e ha la presunzione di voler aver ragione su ciò che fanno
- Fino ad arrivare a quei figli che sono “costretti da situazioni particolari”.
Sostanzialmente si raggruppano in queste 4 possibilità e tutte hanno delle soluzioni.
Ma ogni soluzione, ha un processo molto complicato e da sviluppare soggettivamente, a seconda dei casi e delle interferenze esterne.
Si perché ci possono essere interferenze singolari per ogni situazione, con variabili che vanno studiate caso per caso e che influiscono nel risultato finale.
Ecco un’analisi generica per affrontare il passaggio generazionale
La situazione numero 1 è sicuramente la più conosciuta, molto frequente e anche la più “facile” (lasciami passare il termine) da sistemare: i figli che non sono assolutamente preparati.
È un po’ la base di tutte e quattro, ma quando dico che è facile è perché intendo dire che ha un passaggio da fare che è basilare.
Una delle soluzioni più applicabili ed efficaci, è quella di far fare ai figli la famosa gavetta all’interno dell’azienda. Quindi iniziano a conoscere le varie realtà della struttura, imparano i passaggi pratici e teorici, magari proprio in prima persona.
Ma tutto questo è valido solo se apre bene le orecchie e gli occhi! Ovvero, accetta gli insegnamenti, apprende le metodologie e poi capisce i limiti e gli errori. Lo strumento efficace è l’affiancamento, quello fatto sia dal padre/titolare, sia dal responsabile di reparto.
Imparare i processi lavorativi, con un mentore al tuo fianco, significa avere un punto di riferimento e una strada da seguire. Qui la scelta, ricade sulla persona giusta, quella più “significativa” per quel reparto, e non sempre coincide con il responsabile generale.
Sei in una situazione del genere? Sei in grado di farlo?
Quando non ho voglia
La situazione numero 2 invece è molto peggio, perché se uno non ha assolutamente voglia di prendersi in mano quel giocattolo, vuoi perché non gli piace, vuoi perché non se la sente, in questo caso i rischi sono molto alti e troppo spesso letali.
Non c’è verso che si faccia venire la voglia? No, non è reale, perché le leve motivazionali possono essere molteplici e possono toccare i punti giusti.
Le soluzioni possono essere due:
La prima, quella più semplice, sarebbe quella di non fare il passaggio generazionale (ma ci sono ugualmente altri passaggi da fare), quindi lasciare andare i figli per la loro strada.
La seconda è molto più difficile e va a toccare punti sensibili sia da una parte che dall’altra. C’è sicuramente un grande lavoro da fare e dipende tutto dallo scopo e dalla motivazione che spinge il farlo.
Questa parte è molto più delicata e tocca parti sensibili che credo sia sciocco parlarne in un post. Ti invito a contattarmi per un consulto ed approfondire.
Faccio tutto io e so tutto io
La situazione numero 3 è una di quelle che nel nostro Paese si riscontra nelle piccole-medie imprese.
Il passaggio generazionale a due facce: “Faccio tutto io, so fare da solo, ci penso io”. Frase che vale sia dalla parte del titolare che della generazione successiva.
Mi spiego meglio: una faccia è quella del padre titolare, che sa di dover fare il passaggio, ma crede ed è sicuro di poter farlo da solo con tutte le conseguenze del caso (devo ammettere che ci sono casi ben riusciti, ma molti altri che non lo sono).
Qui inizia il suo lavoro che prevede una serie di situazioni che ha visto in passato, crede di poterle replicare e inizia a fare.
Peccato che non sempre è replicabile, soprattutto vista la velocità dei nostri tempi e dei cambi di mercato. La soluzione, non piace!
La seconda faccia è quella del figlio che accetta le redini, inizia il suo percorso e ha la presunzione di cambiare e imparare da solo
Peccato che questo è uno dei fattori che porta al fallimento. Una legge del marketing semplicissima che troppe volte viene ignorata, fino a che…
In questo caso i figli hanno già fatto il passaggio di consegne, e sono già un pezzo avanti, si trovano in una situazione che è già alla fase conclusiva del passaggio generazionale.
Poco importa perché se proprio si vuole, ci sono soluzioni. Quella più importante è: prevenire. Lo capisci da solo se i figli hanno questa tendenza e quindi vanno subito fermati e iniziare un percorso di “formazione-rieducazione”
Purtroppo devo farlo
La situazione numero 4 ha un fondamento basilare, ovvero il trovarcisi per forza. Infatti per situazioni particolari intendo quelle dove viene a mancare il genitore che l’ha creata e quindi manca un punto di riferimento, improvvisamente.
Il figlio si ritrova tra le mani qualcosa che non si aspettava e di certo non è preparato. Soluzione – se capisci subito di avere la necessità di un aiuto, prendilo esterno e lavora sullo sviluppo delle tue capacità.
Non è mai troppo tardi. Questa situazione è molto delicata, ma esistono anche strategie efficaci per essere subito competitivi e gestire bene la cosa.
ATTENZIONE! La controindicazione di quest’ultimo punto, è quella di essere in una situazione psicologica, molto fragile e confusa.
In questo caso si corre il rischio di fare subito scelte sbagliate, sia interne che esterne. Prenditi il tempo giusto e scegli con attenzione.
Conclusione del passaggio generazionale
Tu imprenditore sei “costretto” a lasciare quel giocatolo bello, che l’hai sudato negli anni, te lo sei anche goduto, hai saputo coglierne ogni particolare piacevole.
Ma a chi lo lasci? Sangue del tuo sangue sicuramente. Ma, è cervello del tuo cervello?
Non è facile, e ovviamente qui in queste righe sono stati semplificati dei concetti da approfondire. Gli strumenti ci sono sempre, la tempistica è fondamentale. Più aspetti e peggio è sistemare le cose.
Esistono altre realtà, come altre sfaccettature di questi 4 casi. Ma è vero anche che, una strategia e delle scelte, sei proprio costretto a prenderle e farle. A volte a malincuore, altre con maggiore sicurezza, spesso, quasi sempre, con l’incognita assoluta di quello che accadrà.
Quindi?
Immaginati il futuro! Prevedi quello che potrà essere e inizia a segnare il percorso per arrivare a quell’obiettivo.
Non sai ancora come fare?
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